venerdì 31 maggio 2013

IO. POEMA TOTALE DELLA DISSOLVENZA di Dante MAFFIA





«Qui il verso urla, schiaffeggia, accarezza, plana, s’innalza; qui il verso è dolce, lieve, nostalgico, asprigno, doloroso; qui il verso diventa Verso, la poesia diviene Poesia. Qui l’Io di Maffia è un Io personale, autobiografico ma è anche l’Io di tanti, l’Io dell’Umanità, che si assolve e si dissolve, l’Io dell’uomo con le sue miserabili miserie, dell’Uomo che pensa, agisce, ama. Qui i versi sostituiscono i fiori e i pascoli verdi nelle praterie dei sogni e dell’utopia. Ma non si pensi che si tratti di una passeggiata poetica sul velluto: qui Dante percorre spazi e tempi immensi, e si inabissa tra i calanchi e gli arcigni valichi della follia e del razionale, come ciò sia possibile è un mistero. Solo il linguaggio d’oro del Poeta sa esprimere l’inesprimibile.» (Giovanni Pistoia)

Dante Maffia
IO
POEMA TOTALE DELLA DISSOLVENZA
EdiLet
Edilazio Letteraria
Roma, maggio 2013




giovedì 30 maggio 2013

Giovanni Pistoia: "Qui il verso urla, schiaffeggia, accarezza, plana ..." (Dante Maffia/ IO POEMA TOTALE DELLA DISSOLVENZA)






Dante Maffia
IO
POEMA TOTALE DELLA DISSOLVENZA
EdiLet
Edilazio Letteraria
Roma, maggio 2013


Qui il verso urla, schiaffeggia, accarezza, plana, s’innalza; qui il verso è dolce, lieve, nostalgico, asprigno, doloroso; qui il verso diventa Verso, la poesia diviene Poesia. Qui l’Io di Maffia è un Io personale, autobiografico ma è anche l’Io di tanti, l’Io dell’Umanità, che si assolve e si dissolve, l’Io dell’uomo con le sue miserabili miserie, dell’Uomo che pensa, agisce, ama. Qui i versi sostituiscono i fiori e i pascoli verdi nelle praterie dei sogni e dell’utopia. Ma non si pensi che si tratti di una passeggiata poetica sul velluto: qui Dante percorre spazi e tempi immensi, e si inabissa tra i calanchi e gli arcigni valichi della follia e del razionale, come ciò sia possibile è un mistero. Solo il linguaggio d’oro del Poeta sa esprimere l’inesprimibile. (Giovanni Pistoia)

lunedì 27 maggio 2013

Inginocchiamoci!




Inginocchiamoci!
di Giovanni Pistoia

Vi è un’aria mesta nel paese. Quello di Fabiana, 16 anni, uccisa orribilmente e presumibilmente da un giovane di 17 anni; il paese di tutti noi, anche di chi non lo abita. Sul mio paese incombe un silenzio che sa di rabbia, di dolore, di vergogna. Il cielo, oggi, è azzurro ma ha l’amaro in bocca. Un vento leggero, sottile, sibila una cantilena tra gli uliveti e gli agrumeti, che si inchinano come in preghiera. Mi vergogno, e non è la prima volta, di essere un uomo, di appartenere alla specie, che è la più assassina e crudele del pianeta. Per il solo fatto di farne parte, ti chiedo perdono, Fabiana. Non ci siamo conosciuti, forse ci siamo incontrati fugacemente davanti al tuo istituto, chissà! Il tuo volto ora mi è noto. Ma non avrei voluto che accadesse così, ora che non ci sei. Ho un dolore atroce che mi lacera, non so come possa essere quello di chi ti ha dato alla luce, di chi ti ha voluto bene. Nessuna giustizia potrà essere giusta e adeguata per un delitto così efferato. Nessuna. Nulla potrà restituirti alla vita e nulla è più grave che togliere ad altri la vita.

Non so se Dio avrà il coraggio di guardarti negli occhi, se avrà una spiegazione, a noi ignota, del perché non ha ingessato quella mano, che stava per diventare assassina. Forse Dio ha fatto tutto alla perfezione. Mi incantano ancora i papaveri ogni volta che appaiono tra il verde dei campi, mi affascinano sempre i fiori di pesco selvatico che s’accendono in primavera davanti al tuo istituto, dove oggi si danno appuntamento per te i tuoi compagni e amici, ma resto sconvolto davanti all’uomo. Forse Dio era stanco quando ha messo mano a questa creatura. Certamente ne voleva fare un dono sublime e, invece, ne è nato un impasto, dove si annidano mostri orrendi. Forse Dio avrà le sue ragioni che io, povero e miserabile granello di sabbia, non posso capire. Che in tanti, forse, non sappiamo comprendere. Ma ci dia un segno della sua benevolenza. Ce lo dia perché ne abbiamo bisogno.

Intanto, le donne hanno il diritto di difendersi. Nessuno può chiedere loro di non difendersi, di chinare la testa, di farsi calpestare la dignità, di farsi violentare e massacrare. Ma sono soprattutto gli uomini, noi uomini, nessuno escluso, noi dobbiamo fare i conti con la nostra esistenza, noi con la concezione della nostra vita e di quella altrui. Siamo noi uomini che dobbiamo dimostrare a noi stessi di essere creature con un cuore e un cervello. Noi uomini che dobbiamo frantumare una sorta di omertà di genere che ci affligge e ci umilia.
Un uomo che fa della sua forza fisica (un braccio più muscoloso, una mano più robusta) un motivo di vanto, di arroganza, di prepotenza, è un essere insignificante, un miserabile soggetto, un vigliacco, che merita la riprovazione dell’universo intero.

Lo Stato non può stare a guardare, non può. Deve reagire con forza, con speditezza. Indagini serie, rigorose, equilibrate e in tempi brevi. E, soprattutto, certezza della pena. Deve innanzitutto prevenire e non aspettare il cadavere. Proteggere, contrastare, prevenire devono essere le parole d’ordine.

E questa nostra cittadina, sempre più al macero della rassegnazione e della distrazione per le colpe, chi di più chi di meno, di noi tutti, deve avviarsi a una svolta: diventare, o ridiventare, roccia, oppure polvere da dissolvere al vento e alle acque.

E ora che questo triste giorno si avvia a scrivere una pagina nera, e non solo per il nostro paese, ma per l’Italia tutta, inginocchiamoci; uomini tutti, inginocchiamoci davanti a Fabiana e a tutte le ragazze e le donne comunque offese, chiediamo loro perdono per quello che di straziante abbiamo loro fatto. Perdono.

Corigliano Calabro, 27 maggio 2013



venerdì 24 maggio 2013

lunedì 20 maggio 2013

ROMA/ La storia del Premio LE ROSSE PERGAMENE


La storia del Premio
LE ROSSE PERGAMENE


Il Premio è nato nel 2001 dopo la pubblicazione del libro di Anna Manna dal titolo "Le rosse pergamene - poesie d'amore" vincitore del concorso per inediti della casa editrice Pagine.

Il libro prefato dal grande poeta scomparso Elio Fiore fu presentato al Caffè Greco a Roma, alla presenza di noti poeti e letterati nel mese di novembre.

A febbraio del 2002 a Via Veneto nel Caffè Strega, con un successo di pubblico incredibile in una giornata di sole e di applausi, prese l’avvio il Premio vero e proprio, celebrando i versi di giovanissimi poeti in erba. L'attrice Gabriela Quattrini recitò molte poesie tratte dal libro di Anna Manna, ottenendo un vero successo
Il Premio continuò negli anni seguenti in sedi prestigiose: al Caffè Greco, presso il Grand Hotel Ritz, in Campidoglio.

domenica 19 maggio 2013

AMORI DI MAGGIO - emozioni tentazioni vibrazioni poetiche nel mese delle rose




AMORI DI MAGGIO
Collage di Fausta Genziana Le Piane

AMORI DI MAGGIO

Emozioni, tentazioni, vibrazioni poetiche nel mese delle rose

Versi di Iole Chessa Olivares, Gabriele D’Annunzio, Daniela Fabrizi, Fausta Genziana Le Piane, Anna Manna, Giovanni Pistoia

Prosa di Giovanni Pistoia

Cenni critici di Daniela Fabrizi e Anna Mana

I poeti sono in ordine alfabetico. E’ presente tra i contemporanei Gabriele D’Annunzio, come omaggio al suo anniversario. La poesia non prevede limiti di tempo e di spazio. Come afferma Elio Pecora i poeti siedono tutti attorno alla stessa tavola. Soprattutto quando si festeggia l’amore in tutte le sue sfumature.

Si invita a visionare il sito:

sabato 18 maggio 2013

ROMA/ PREMIO LE ROSSE PERGAMENE 2013


PREMIO LE ROSSE PERGAMENE 2013

EDIZIONE SPECIALE

“IL CUORE DELLE PERIFERIE - LE PERIFERIE DEL CUORE”

COMUNICATO STAMPA
  
Il 6 giugno 2013 alle ore 16,30 a Palazzo Sora, Sede del Sindacato Libero Scrittori Italiani, si svolgerà un’edizione speciale del Premio “Le rosse pergamene” dedicato al momento sociale travagliato e confuso che stiamo vivendo. Il forte legame del Premio con le motivazioni umane e sentimentali che spingono all’espressione letteraria hanno convinto gli organizzatori del Premio a riservare la tradizionale Cerimonia di primavera ad una tematica che richiama le parole di Papa Francesco: “Vicini alla gente, andare nelle periferie, che non sono solo geografiche, ma anche del cuore.”

Alla presenza prestigiosa del Prof. Francesco Mercadante, Presidente del Sindacato, che aprirà la cerimonia con il Suo indirizzo di saluto ai presenti, Anna Manna e Daniela Fabrizi condurranno i lavori.

Momento centrale del Premio sarà la consegna della Targa ECCELLENZA ITALIANA al poeta candidato al Nobel, DANTE MAFFIA. Poeta di valore internazionale, impegnato con successo nella diffusione della poesia italiana nel mondo e nella ricerca di nuovi talenti e progetti culturali, ha affrontato nelle sue poesie ogni aspetto dell’animo umano, privilegiando l’espressione degli invisibili, le sofferenze dell’anima nelle pieghe più nascoste del cuore, riuscendo attraverso la poesia a raccontare la metafora delle ferite alla civiltà e alla cultura nella storia del mondo.
Il suo poema sulla Biblioteca di Alessandria resta esempio fulgido di poesia dotta.