sabato 31 ottobre 2009

Il bambino con il pigiama a righe




Il bambino con il pigiama a righe
Giovanni Pistoia

“Il giorno di Natale, il padre si era presentato nella sua nuova uniforme, quella impeccabile e inamidata che ormai indossava ogni giorno, e tutta la famiglia aveva applaudito il suo ingresso. Era davvero speciale. Si distingueva dagli altri soldati che andavano e venivano per casa e sembrava che tutti, adesso che la indossava, dovessero portargli ancora più rispetto di prima. La madre gli era andata incontro e lo aveva baciato sulla guancia, passando una mano sulla stoffa e commentandone la qualità. Bruno era rimasto impressionato dalla quantità delle decorazioni sull’uniforme e per un po’ gli avevano lasciato indossare il berretto del padre, dopo essersi assicurati che avesse le mani pulite, anche se era meglio che non lo toccasse.
Il nonno si era mostrato molto orgoglioso alla vista del figlio nella nuova uniforme. L’unica che non aveva fatto una piega era stata la nonna. Finita la cena e dopo aver terminato la recita con Gretel e Bruno, la nonna si era seduta sulla sua poltrona con espressione triste e aveva guardato il figlio scuotendo la testa con grande disappunto.”

È, dunque, nel giorno di Natale che l’alto ufficiale nazista, indossando la nuova uniforma, diviene, di fatto, il comandante di un campo di concentramento. Ma cosa significherà tutto ciò sembra non scalfire il papà del comandante e la mamma di Gretel (12 anni) e Bruno (9 anni). I ragazzi vivono la loro stagione rincorrendo le bambole lei, mentre lui sogna di fare l’esploratore e scoprire nuovi mondi. L’unica a rendersi conto che non c’è niente da festeggiare è la mamma del comandante, la nonna di Bruno, il protagonista del racconto.

“Mi chiedo dove ho sbagliato con te”, dice rivolto al figlio. “Forse sono stati tutti gli spettacoli che ti ho fatto recitare da piccolo a ridurti così. Vestirsi come una marionetta appesa ai fili.”

Il bambino con il pigiama a righe” è un racconto di John Boyne, scrittore irlandese, pubblicato nel 2006. Tradotto in più di 30 Paesi, ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Da questo volume è stato tratto l’omonimo film diretto da Mark Herman.
È la storia di Bruno che, improvvisamente, deve lasciare la sua grande casa di Berlino, insieme ai suoi familiari, per andare in un posto lontano con il padre che, per motivi di “lavoro” e per volere del Grande Capo, è chiamato a svolgere un nuovo e delicato incarico. Ma Bruno ignora il posto e il lavoro del padre.

Il racconto è un tentativo, certamente encomiabile, di narrare ai ragazzi il volto della tragedia dei campi di sterminio. Una tragedia vista dagli occhi del figlio del comandante del campo, Bruno, che, però, non sa assolutamente niente e non si accorge di niente.

Stile asciutto, scrittura semplice e scorrevole; il racconto, tuttavia, non convince per più elementi. Trama costruita con qualche forzatura di troppo. Il contesto è indubbiamente doloroso, ma è tale per chi conosce la storia. Il finale, indubbiamente toccante e imprevedibile, può risultare enigmatico per un ragazzino che ignori cosa sia accaduto davvero in quei campi. Un libro che è utile leggere insieme, adulto e ragazzo. Una sana discussione del testo nelle scuole, o nelle biblioteche, può dare voce alle cose non dette dall’autore.


John Boyne
Il bambino con il pigiama a righe
Bur Rizzoli 2009
www.bur.eu

Nelle immagini la copertina del libro e un fotogramma del film (
http://www.ilbambinoconilpigiamaarighe.it/)


giovannipistoia@libero.it

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