martedì 31 marzo 2009

In occasione del Convegno su Marilena Amerise

Consigli per la mente di uomini seri
Marilena Amerise*

"La scienza 400 anni dopo Galileo Galilei", il titolo del convegno che si è svolto ieri, 26 novembre, nel complesso monumentale di Santo Spirito. Un convegno promosso da Finmeccanica e dal Pontificio Consiglio della Cultura e che ha visto la presenza di illustri ospiti, quali il cardinale Tarcisio Bertone che ha rivolto alla nutrita assemblea il saluto iniziale.

Il perché di tale iniziativa, nata dalla collaborazione tra il Dicastero vaticano preposto alla cultura e uno dei più importanti gruppi nel settore dell'alta tecnologia, è stato spiegato da monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, nel suo discorso che ha concluso i lavori, pubblicato dal nostro giornale.

Finmeccanica sente Galileo come una figura capitale nella sua storia e per questo, in occasione dell'Anno internazionale dell'Astronomia nel 2009 e del sessantesimo anniversario della fondazione del gruppo, essa ha ritenuto opportuno partire da questa figura per far comprendere alla società che la ricerca scientifica non esaurisce le conoscenze su uomo e cosmo, ma deve aprirsi a un dialogo per cogliere la complessità del reale e delle domande ultime dell'esistenza. Bisogna guardare al futuro con ottimismo nei riguardi dei rapporti tra scienza e fede in quanto "la scienza può purificare la religione dalla superstizione e la religione può purificare la scienza dai falsi assoluti", ha ricordato monsignor Ravasi menzionando la lettera che nel 1988 Giovanni Paolo II scrisse al gesuita George Coyne, presente all'incontro. In tal senso, Pier Francesco Guarguaglini, presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, ha dichiarato che "questo convegno sulla figura di Galileo Galilei, promosso da Finmeccanica in occasione del suo sessantesimo anniversario, vuole favorire una riflessione sulla relazione tra la scienza, che attraverso la ragione, l'intuizione e le sue conoscenze tecniche verifica ciò che è possibile e ciò che è impossibile in natura, e il mondo spirituale, che accompagna l'uomo nella sua ricerca del bene per sé e per l'umanità".

La collaborazione tra Pontificio Consiglio della Cultura e Finmeccanica nella realizzazione di questo incontro è pertanto motivata dall'esigenza di portare avanti una riflessione sulle implicazioni etiche delle conoscenze scientifiche e della tecnica. Esplicativo a questo proposito è il sottotitolo del convegno: "Il valore e la complessità etica della ricerca tecno-scientifica contemporanea", spiega monsignor Melchor Sánchez de Toca, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha seguito da vicino le fasi di realizzazione di questo evento. Sensibilizzare il mondo scientifico e l'opinione pubblica alle applicazioni della scienza e incentivare in tal modo, attraverso la dimensione etica, un dialogo tra scienza e religione e una riflessione sul rapporto con la fede è sembrato un tema di prioritaria importanza.

Non solo la scienza, ma anche le sue applicazioni e la tecnica suscitano dibattiti etico-filosofici nell'evidente impatto antropologico e sociale che richiede una adeguata considerazione da diversi punti di vista per evitare esclusivismi di ogni sorta che riducano tutto a necessità e tecnicismo o di contro tutto a miracolistico. I relatori, moderati da Riccardo Chiaberge, hanno messo bene in luce questo aspetto che costituiva il tema conduttore dell'incontro. Edoardo Vesentini, matematico italiano, ha puntualizzato la figura di Galileo scienziato e si è quindi soffermato a illustrare la razionalità del metodo scientifico e in particolare il metodo galileiano. Ugo Amaldi, presidente della Fondazione per Androterapia oncologica, ha sottolineato che "I problemi scientifici, come quelli discussi sinora, sono soltanto una piccola frazione delle domande "generali" che gli uomini pongono e si pongono e che possono essere classificate in problemi scientifici, questioni filosofiche e quesiti esistenziali. Nel rispondere a tutte queste domande ciascun uomo impiega tre componenti di una stessa e unica ratio, dell'unico intelletto: la razionalità scientifica - che risponde ai problemi scientifici, la ragione filosofica - che considera le questioni filosofiche, e la ragionevolezza sapienziale - che risponde ai quesiti esistenziali. Questa distinzione non è nominalismo, perché a ciascuna di queste componenti corrispondono oggetti, metodologie e criteri di verità diversi".

A sua volta il gesuita George Coyne, direttore emerito della Specola Vaticana, ha tracciato una densa panoramica storica sulle leggi di natura e finalità nell'universo a partire dalla mitologia greca alla nascita della scienza moderna fino alla nuova fisica, arrivando alla conclusione che: "È legittimo affermare che, da Platone a Newton, la controversia relativa alla parte che la matematica ha avuto nel giungere a una comprensione scientifica dell'universo si è dispiegata in una cornice religiosa. E oggi, dopo un periodo di quello che potrebbe essere definito "razionalismo ateo", si sente di nuovo da parte degli scienziati il ritornello relativo allo scoprire "la mente di Dio".

Dialogo tra scienza e la sua applicazione e fede, pur nella "casta custodia delle frontiere" che però non devono diventare cortine e nella consapevolezza che anche la teologia è una scienza propria con uso specifico della ragione, come ricordava monsignor Ravasi, che ha terminato l'incontro richiamando una significativa frase di Max Planck: "Scienza e religione non sono in contrasto, ma hanno bisogno l'una dell'altra per completarsi nella mente di un uomo che vuole pensare seriamente".

*L’articolo è apparso su L’Osservatore Romano del 28.11.2008. Qui è ripreso dal sito

http://www.euresis.org/it/G09_rassegna.aspx

giovedì 26 marzo 2009

Ricordando Marilena Amerise


Domani venerdì 27 marzo alle ore 18 presso la parrocchia dell'Immacolata a Corigliano Calabro Scalo si terrà una messa in suffragio di Marilena Amerise, la giovane ricercatrice universitaria coriglianese prematuramente scomparsa un mese fa.
Il tempo non sempre cancella ferite. E quella inferta ai genitori, ai parenti e agli amici di Marilena è ferita profondissima perché possa essere in qualche modo sanata. La Fede può molto. Per chi ha la fortuna di possederla.

Amava gli studi e la scrittura la dott.ssa Amerise, e con uno dei suoi scritti preferisco ricordarla.

La sociologia e la psicologia hanno dimostrato che i media possono avere un ruolo centrale nell’influenzare i giudizi e le scelte delle persone. Fino a che punto tale influenza non entra in conflitto con la libertà di valutazione e la capacità di discernimento dell’individuo? E quale è il confine tra influenza e manipolazione?Ne ha parlato l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, in un incontro svoltosi all’università La Sapienza di Roma, il 23 febbraio. La conferenza - dal titolo “Capacità di intendere e di volere” - è parte del ciclo di incontri che l’associazione Athenaeum organizza nell’ambito del progetto “Quale Europa per i giovani?”. Ravasi, ha invitato la nutrita platea di studenti dei licei romani a riflettere sui rischi legati a una fruizione acritica dei mezzi di comunicazione di massa, in special modo televisione e internet ricordando a tal proposito due film: Quarto potere di Orson Welles (1941), definito “giallo metafisico” e dedicato al potere della stampa; e Quinto potere di Sidney Lumet (1976), paradigmatico per comprendere quanto i media possano rischiare di trasformarsi da strumenti di informazione a mezzi di manipolazione. Il film infatti denuncia, con una satira feroce, la mancanza di sensibilità morale del mondo della televisione, pronto a sacrificare ogni cosa pur di mantenere la propria audience e quindi il proprio potere del controllo delle opinioni. Anche Karl Popper, in un saggio del 1994, ha sostenuto che i media rappresentano un potere incontrollato e temibile in quanto introducono contenuti violenti nella società: il filosofo è assertore della nefasta influenza dei mezzi di comunicazione soprattutto a livello educativo, in quanto bambini e adolescenti assorbono ciò che viene loro proposto assimilando modelli potenzialmente pericolosi.

La televisione, che semplifica e banalizza il pensiero e perverte il senso estetico ed etico, addormenta quindi lo spirito critico formando dei replicanti. Popper sosteneva che “una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione non sarà pienamente scoperto”. Una critica questa che potrebbe estendersi - mutatis mutandis - anche alla rete. Attraverso essa infatti si ha accesso a una mole ingente di dati e in tale mare magnum rischia di andare perduta la capacità di distinguere, rischia di naufragare una gerarchia di valori: tutto diventa uguale e tutto si può moltiplicare all’infinito. Il pericolo è quindi quello di assumere un atteggiamento mentale relativistico in cui si smarriscono il discernimento, la distinzione, la specificazione a favore di una estrema semplificazione acritica. Con tale riflessione, Ravasi non vuole certo avallare una visione cupa. Egli sottolinea anche il lato positivo dei media in quanto favoriscono l’informazione e la comunicazione su ampia scala. Il suo intento è quello di richiamare l’attenzione sull’eccessiva influenza che i media possono esercitare sia a livello individuale sia collettivo. È ormai assiomatico infatti che i media possono orientare i gusti e creare modelli. Del resto la stessa parola “media” rimanda a un’idea di realtà “mediata”, non più “immediata”. Dinanzi al rischio di perdere la propria coscienza critica “abbiamo bisogno di parole che incidano ferite nei campi dell’abitudine”, ricorda Ravasi, rievocando i versi della poetessa ebrea Nelly Sachs.È inverosimile evitare del tutto l’influenza che i media esercitano, ma è possibile non lasciare addormentare la propria capacità speculativa. Non diventare banali ripetitori di ciò che viene sciorinato dai media, non nutrirsi di stereotipi e banalità senza porsi domande, senza lambire i problemi fondamentali affinché non accada ciò che paventa Soeren Kierkegaard nel suo Diario: “La nave è in mano al cuoco di bordo e ciò che trasmette il megafono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani”. I mezzi di comunicazione di massa, infatti, ci insegnano tutto sulle mode e i modi di vivere, ma ignorano il significato ultimo dell’esistere, l’inquietudine della ricerca interiore, le interrogazioni radicali sull’oltre e sull’altro rispetto a noi e al nostro orizzonte.

Un antico proverbio ebraico afferma “il saggio sa quel che dice, lo stolto dice quello che sa”: richiama icasticamente la necessità dell’individuo di pensare criticamente.

*Pubblicato da L’Osservatore Romano in data 25 febbraio 2009.
Qui è ripreso dal sito:

mercoledì 4 marzo 2009

La parola illustrata. L'editoria d'autore. La fotografia

A Corigliano Calabro, domenica 15 marzo 2009, presso il Palazzo Garopoli nel centro storico della cittadina jonica, alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra dal titolo

LA PAROLA ILLUSTRATA.

L’EDITORIA D’AUTORE.

LA FOTOGRAFIA.

Saranno esposte opere di vari artisti. Si tratta, in particolare, di una mostra di libri d’artista, incisioni, disegni e fotografie in ricordo di Carmine De Luca.

L’evento è organizzato dal Comune di Corigliano Calabro, dalla Fondazione Carmine De Luca, dall’Associazione Corigliano per la fotografia, da Infomedia, oltre ad avere il patrocinio della Provincia di Cosenza e della Regione Calabria.

All’inaugurazione saranno presenti oltre agli artisti, Paola Galeone, Commissario prefettizio del Comune, Tonino Sicoli, storico d’arte, Enzo Viteritti, responsabile del settore Cultura del Comune e Giovanni Pistoia, Presidente della Fondazione Carmine De Luca.

La mostra resterà aperta fino al 30 aprile 2009.

Per l’occasione è stato predisposto un ricco Catalogo illustrativo delle opere esposte con note bio-bibliografiche degli artisti.
Il testo che segue, a firma di Giovanni Pistoia e Enzo Viteritti è la presentazione del Catalogo.


La magia del libro d’artista
di Giovanni Pistoia ed Enzo Viteritti


I libri illustrati hanno una loro magia, non a caso l’editoria per bambini e ragazzi ne fa un ampio uso. Il libro d’artista lo è ancora di più: dentro c’è la grafica, il testo, l’illustrazione, la manualità artigianale. Solitamente ha una tiratura limitata, spesso è una copia unica. Il contenuto è un’associazione mirabile tra testi scritti, una poesia, per esempio, un disegno o, comunque, una invenzione grafica dell’autore. Sono importanti la scelta della carta, il taglio, la misura, la costruzione, i materiali usati, che trasformano i libri in oggetti d’arte: piccoli, grandi capolavori per palati raffinati, che ci trasportano in un mondo magico che va ben oltre l’idea del libro comunemente inteso.

Cosimo Budetta è uno degli artisti più apprezzati nel settore. I suoi libri sono gioiellini di carta, colori e poesia, curati con amore e passione in ogni piccolo particolare.

Fraterno amico di Carmine De Luca, Budetta ha continuato ad avere rapporti umani e culturali con Corigliano: li ha avuto intensamente con Luigi De Luca e con “mastro” Micuzzo, fratello di Carmine e Luigi, il tipografo di vecchio stampo con il quale ha un consolidato sodalizio d’amicizia e d’arte. Continua ad averlo con il Comune di Corigliano e, in particolare, con la Fondazione che ha visto nascere e radicarsi nel territorio e che vorrebbe vedere ancora più impegnata. Ha visto realizzare quello che era un sogno di Carmine: una Biblioteca dei bambini e ragazzi. Una Biblioteca, che è, indubbiamente, l’impegno maggiore della Fondazione, ora ospitata in alcuni ampi e accoglienti locali messi a disposizione dal Comune.

Abbiamo avuto la fortuna di vedere all’opera Cosimo Budetta a Corigliano, durante lo svolgimento della Quinta Settimana delle biblioteche calabresi, mentre spiegava come si crea un libro d’arte incitando gli studenti che attorno a lui lo osservavano attentamente a crearne a loro volta degli altri. Anche da quell’occasione è nata l’idea di allestire una mostra sul libro d’arte a Corigliano.

C’era poi la nostra volontà di ricordare Carmine De Luca, in occasione del decennale della scomparsa, con un evento in qualche modo non usuale, tale da rendere omaggio alle diverse sfaccettature di un personaggio che nella sua attività di studioso e di operatore culturale aveva dimostrato di saper esplorare con curiosità e competenza i diversi ambiti dell’arte contemporanea.

L’evento ha preso quindi forma e sostanza, presentando non solo libri d’arte, ma anche disegni, incisioni, fotografie. E se il risultato appare stimolante e capace di suscitare emozioni e nuove esperienze, lo dobbiamo anche all’impegno che per esso ha profuso Cosimo Budetta, il quale ha saputo coinvolgere nell’iniziativa tanti altri autori noti ed affermati a livello nazionale, come scoprirete dalle note biografiche che accompagnano questo catalogo. A tutti loro va il nostro ringraziamento per aver compreso e condiviso lo spirito dell’iniziativa e per aver collaborato con entusiasmo per la buona riuscita della stessa.

In particolare siamo grati a Salvatore Grillo, un “maestro” della fotografia, che ha colto l’occasione di questo evento per rendere pubblica la decisione di far dono alla città del suo ricco archivio. Migliaia di splendide immagini che ci restituiscono vicende ed aspetti di una comunità che forse non c’è più, ripresi con sensibilità, attenzione documentaristica, forza espressiva. Dal corpus di questa generosa donazione abbiamo operato una selezione degli scatti dedicati ai ragazzi degli anni settanta del secolo scorso: spavaldi, allegri, sfrontati, autentici, colti soprattutto mentre giocano negli antichi quartieri di un centro storico già con evidenza condannato al degrado e allo spopolamento. La mostra che ne è derivata, intitolata “Infanzia in bianco e nero”, pensiamo che sarebbe piaciuta a Carmine De Luca, che a quei giovani ha dedicato sempre il suo lavoro ed il suo impegno.

Nella foto l’artista Cosimo Budetta.
Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

lunedì 2 marzo 2009

L'evoluzione biologica: fatti e teorie


L'evoluzione biologica: fatti e teorie
Una valutazione critica 150 anni dopo "L'origine delle specie"

III Conferenza Internazionale Stoq
Pontificia Università Gregoriana
Roma, 3-7 marzo 2009

Ad un secolo e mezzo dopo che Charles Darwin scrisse "L'origine delle specie", pietra miliare della biologia evoluzionista, e dopo recenti scoperte scientifiche assai rilevanti, il tema dell'evoluzione biologica merita un'attenta e seria riconsiderazione, tanto da un punto di vista scientifico, quanto da una prospettiva filosofica e teologica, evitando le posizioni ideologiche che hanno spesso dominato il dibattito.


http://www.unigre.it/eventi/conferenza_evoluzione/index.php

Per chi desidera approfondire l’argomento può cliccare i seguenti siti:

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/cultr/index.htm


http://www.evolution-rome2009.net/


http://www.unigre.it/eventi/conferenza_evoluzione/documenti/090303_Brochure_Conferenza_evoluzione_en.pdf


Credo sia opportuno ricordare che proprio a questo importante Congresso Internazione, che si apre il 3 marzo 2009, giorno dei funerali di Marilena, stava lavorando, quale Organizing Coordinator Assistant STOQ, Pontifical Gregorian University, la dottoressa Amerise.

Una coincidenza amara, che non ammette commenti.

domenica 1 marzo 2009

L'Osseravore Romano ricorda Marilena Amerise


L’Osservatore Romano e Marilena Amerise

L'improvvisa scomparsa - venerdì 27 febbraio a Roma - di Marilena Amerise è una grave perdita per gli studi sul cristianesimo antico, per il Pontificio Consiglio della Cultura, per il nostro giornale, al quale collaborava con fedele e gioiosa generosità. Marilena era nata a Corigliano Calabro solo trentaquattro anni fa. Completati e perfezionati i suoi studi nelle università di Perugia, Bonn e Bamberg, ha studiato soprattutto il primo imperatore cristiano ed Eusebio di Cesarea, pubblicando Il battesimo di Costantino il Grande. Storia di una scomoda eredità, Stuttgart, Franz Steiner Varlag, 2005, pagine 177, euro 37, 40 (Hermes Einzelscriften, 95) e curando la traduzione di due importanti discorsi tenuti dal grande filologo cristiano: Eusebio di Cesarea, Elogio di Costantino. Discorso per il trentennale. Discorso regale, Introduzione, traduzione e note di Marilena Amerise, Milano, Paoline, 2005, pagine 269, euro 24 (Letture cristiane del primo millennio, 38). Pubblichiamo due articoli che ci aveva inviato nelle scorse settimane.

http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#2

L’Osservatore Romano di oggi, 1 marzo 2009, dedica un ampio servizio alla scomparsa di Marilena Amerise e, per l’occasione, pubblica un commosso ricordo di Mons. Ravasi e due articoli inediti della studiosa coriglianese:

Una visione e un sogno nel cammino dell’uomo;

Esercizio del potere e pratica della virtù

Cliccando sulla pagina web dell’Osservatore, da dove ho tratto il brano introduttivo riportato, è possibile leggere i testi.