venerdì 16 maggio 2008

giochi/Alla ricerca dei giochi perduti


Alla ricerca dei giochi perduti

Il 3 ottobre del 1998 si tiene a Corigliano Calabro un convegno nazionale sul tema: “La Letteratura per l’infanzia e la figura di Carmine De Luca”. Un nutrito gruppo di amici di De Luca intervengono – tra questi, Tullio De Mauro, Marcello Argilli, Pino Boero, Ermanno Detti, e altri - per testimoniare, ancora una volta, il ruolo svolto dallo studioso calabrese per lo sviluppo dell’editoria e, in particolare, di quella infantile.

Per l’occasione viene stampato un volumetto in edizione non commerciale in appena trecento copie numerate e consegnato ai convegnisti.
Edito da “il serratore”, il libro, un tascabile dal titolo “Alla ricerca dei giochi perduti”, raccoglie alcuni articoli che Carmine De Luca ha pubblicato su l’Unità e sulla rivista “il serratore”.
(Testi che ora è possibile leggere su questo blog nella sezione “giochi”).
Ed è Enzo Viteritti, direttore della rivista, che firma una breve “Nota” a conclusione della raccolta. Nota che qui ripropongo:

Nota di Enzo Viteritti

Non ci vedevamo spesso, con Carmine De Luca, in media una volta all’anno. Ci incontravamo alla “Grande festa di via Roma”, una manifestazione popolare coriglianese, cui, se possibile, non voleva mancare. Noi con la nostra “bancarella” del Serratore, lui curioso di vecchi mestieri e tradizioni. Ma, tramite premuroso il fratello Micuccio, eravamo sempre puntualmente informati della sua attività. Ovviamente, quando decise di affidare al Serratore i suoi ricordi sui “giochi di una volta”, i contatti si infittirono.

La rivista gli era sempre piaciuta. Dopo l’uscita dei primi due numeri ci aveva scritto una lunga ed affettuosa lettera, dicendosi entusiasta dell’impostazione generale ed incoraggiandoci a non aver paura della nostalgia, se questa poteva significare anche “sana ed intelligente ricerca delle proprie radici e tentativo di ripristino di una memoria storica sempre più labile e sfilacciata”. Coglieva bene il senso di quello che voleva essere il Serratore. E con questo spirito ha poi voluto pubblicare i “pezzi”, oggi raccolti in questo volumetto, dedicati ai giochi che lo avevano intensamente accompagnato durante l’infanzia e l’adolescenza.

Spiegava, con l’autorità dello studioso e il divertito distacco di chi ormai sa trovare per essi riferimenti colti e citazioni adatte, il “battimuro” e la stoppa, il “nascondino” e il “carburo”, “u ruollo”. Ma, spesso, dal racconto affioravano i ricordi di un tempo in cui si giocava soprattutto all’aperto, nelle calde giornate di sole come nei rigidi pomeriggi invernali, sempre con i calzoni corti, secondo “un costume familiare che non si curava dei possibili effetti delle temperature fredde”. Ma non importava. Nella verde periferia che si dilatava attorno all’ex ginnasio “Garopoli”, i ragazzi di allora potevano concedersi il lusso di correre senza scarpe, godendo del “gradevole contatto dei piedi con l’erba fresca, con il pastoso fango, con la sabbia tiepida”. E i giochi sapevano riservare sorprese. Come quando gli capitò, durante una partita a nascondino, di trovarsi “nascosto sotto la cupola formata da un lenzuolo che una giovane promessa sposa ricamava”. Con la luce del sole che, filtrando, consentiva “perturbanti visioni”. E poi c’erano i “raffinati e sottili piaceri della stoppa”, un gioco d’azzardo trasformato, con Enzo, Vittorio e Peppino, in un “rituale al quale senza rammarico si sacrificava qualsiasi altro possibile diversivo”.

Rievocava con meticolosità gesti, atmosfere, impressioni a cui era rimasto affezionato e che voleva fermare sulla carta per farne dono a quanti non avevano avuto la fortuna di “assaporarle”. E poi affiorava, quasi con pudore, il suo amore per lo studio, per i libri.

Se esiste una vita nell’al di là, Carmine adesso dovrebbe essere circondato da libri. Quei libri che amava e di cui amava parlare e di cui viveva. Gli piaceva progettarne di nuovi, di studiarne formati, caratteri, tipo di carta, rilegatura, illustrazioni. Una volta, con Pino Marasco, lo incontrammo ad una fiera del libro per ragazzi a Bologna. Era un po’ stanco, ma felice. Nel “suo” stand degli Editori Riuniti ci accolse con gioia. Parlammo di Corigliano. Dei libri e delle collane che avremmo potuto fare insieme. Dispensava con generosità idee e suggerimenti, gli occhi allegri all’idea di nuove avventure editoriali. Lo ricorderemo sempre così.

Nell’immagine la copertina del volumetto con disegno di Cosimo Budetta.

Per informazioni sulla vita e l’attività di Carmine De Luca, visita il sito: http://www.fondazionedeluca.it/

(16 maggio 2008)

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