domenica 21 ottobre 2007

passeggiando tra i libri/La libreria dell'anima

La libreria dell’anima
di Giovanni Pistoia

Strasburgo, 2004. La libreria “Quai des brumes” festeggia venti anni di attività e regala ai suoi clienti un libro scritto per l’occasione. Il filosofo Jean-Luc Nancy scrive un saggio proprio sul libro e sulle idee, un omaggio a tutti coloro che ne sono gli artefici: editori, tipografi, grafici, correttori, librai. Nel 2005 le librerie “Quai des brumes” e “Le Passage” e l’editore Galilée, ripubblicano il testo. In Italia, tradotto da Graziella Berto, lo diffonde l’editore Cortina (
www.raffaellocortina.it), con il titolo “Del libro e della libreria. Il commercio delle idee”.

Questo di Nancy è un breve saggio, una scrittura densa e singolare, un felice connubio tra il linguaggio della filosofia e quello della poesia, della parola scientifica e quella di uso comune.
Non può esserci una separazione tra il libro “contenitore” e il “contenuto”: il libro è un insieme di fattori. “Un libro nasce nell’agitazione e nell’inquietudine, nella fermentazione di una forma che si cerca, che cerca un dispiegamento e un acquietamento della sua impazienza”, afferma Nancy. Un libro è anche il suo titolo, l’autore, la rilegatura, la carta, la brossura, l’impaginazione, l’esposizione. Non può esserci separazione alcuna tra l’“idea” e il “corpo”, tra “idealità” e “materialità”. Un’attenzione, quindi, alla “materialità” del libro e alla sua poesia: il contatto con le pagine stampate, il formato, i colori e i sapori del prodotto. In ciò consiste “l’Idea del libro”: un’idea o un “senso” inseparabili dalla materia.

Ma il libro è, per Nancy, un elemento distintivo della nostra cultura pluralista. Il libro affida pensieri, stampa il carattere di una voce. È dialogo, è “un indirizzamento o un appello”, è un invito alla lettura. “Ciò che arriva al lettore è un mondo, e quel mondo viene a mescolarsi alla pluralità dei mondi da cui si lascia abitare.” Bisogna, quindi, aprire il libro. Il soggetto-libro realizza e raggiunge la sua massima potenza “divenendo l’oggetto della lettura”, una meteora che si disperde in migliaia di meteoriti e che crea una immensa circolazione stellare.

Da qui l’elogio della biblioteca e della libreria: “sono i depositi, le riserve e le esposizioni di quegli scrigni di cui bisogna forzare i lucchetti prima di richiuderli…” afferma Nancy. È qui che il libro mostra la sua esistenza e il suo “cogito”. L’autore definisce la libreria un po’ come “una profumeria, una rosticceria, una pasticceria: un’officina di sentori e di sapori attraverso i quali si lascia indovinare, supporre, presentire qualcosa come una fragranza o come un aroma del libro.” La “libreria-negozio” è un’occasione di lettura e i libri letti vanno a costituire la “libreria dell’anima”, ricco labirinto di parole, di pensieri preziosi, di idee. In fondo la libreria-negozio rappresenta soltanto il riflesso di quella “libreria profonda” che è in noi. “Una libreria – conclude Nancy – si trova sempre al bordo di una grande strada che non va da nessuna parte se non di libro in libro... una grande strada lungo la quale non cessa quel commercio commosso e sottile dei pensieri in cui si riassume o si consuma la forma pura e sempre inedita di ciò che chiamiamo libro.”

Deve essere ben triste quella comunità dove non vi sono librerie che festeggiano successi; dove ai bordi delle strade non s’avverte il profumo delle idee!
(21 ottobre 2007)

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